Come era ampiamente prevedibile, il M5S volge verso la fine del suo percorso, lentamente ma inesorabilmente. L'implosione avviene per spaccature interne tra coloro che hanno accettato la realtà dei meccanismi della politica e tra coloro che invece avrebbero voluto rimanere per sempre minoranza incazzata in grado di rappresentare il ciclo perpetuo delle lamentele dell'italiano medio.
In realtà la fine di questa avventura avviene per autoconsunzione, come era abbastanza chiaro fin dall'inizio a coloro che abbiano minimamente chiara la storia e l'evoluzione dei movimenti politici. Autoconsunzione perché un movimento che nasce da una spinta puramente distruttiva, senza la minima prospettiva ideologicamente costruttiva, conteneva già in sé i semi dell'autodistruzione, una volta arrivato a confinare con il potere.
Non sarà Giuseppe Conte a salvarlo, non essendo lui stesso un profilo di spessore politico ad ampio raggio, ma un mero, moderato, equilibrato, e quindi apprezzato gestore situazionistico.
Cosa rimarrà di questa importante, intensa avventura politica?
La voglia di trasparenza e di onestà, un certa aspirazione, seppur velleitaria, alla giustizia sociale incarnata dal reddito di cittadinanza, e tanta, tantissima confusione e contraddizione.
Nella sostanza, il Movimento 5 Stelle lascerà un'eredità minima al dibattito pubblico, riassumibile in un'accresciuta attenzione alle tematiche ambientalistiche, in un giustizialismo che sembra già una bandiera ammainata, e in una richiesta di trasparenza nelle istituzioni che si è concretizzata in pochissimi cambiamenti sostanziali nelle prassi parlamentari.
A guardare bene, ricorderemo del M5S solo la battaglia per il reddito di cittadinanza, rivelatosi per un paese malato di assistenzialismo distopico come l'Italia, un grande boomerang.
Il reddito di cittadinanza come testa di ariete per ottenere voti, e il reddito di cittadinanza come fallimento di un progetto ambizioso nei principi e disastroso nell'applicazione.
Il fallimento epocale si misura inoltre anche nell'aver soffiato inutilmente sul fuoco sulla rabbia dei cittadini, aver contribuito in maniera criminale al discredito delle istituzioni e della politica, all'aver innalzato a valore l'incompetenza e la mancanza di cultura politica, per rimanere poi travolti dalle proprie stesse armi dialettiche. La scatoletta di tonno, adesso, può essere richiusa e gettata nell'immondizia.
"Dalla polvere nati, alla polvere ritorneranno".