L'Italia si dimostra in questi giorni, in queste ore, ancora una volta, paese di insormontabili corporativismi.
A qualsiasi fronte di riformismo si apra, anche solo con semplici annunci, si frappongono immediatamente resistenze invincibili, trasversali, furibonde.
Qualsiasi categoria in Italia è sempre svelta nel dichiarare la propria benevolenza verso il cambiamento, ma appena si prova a intavolare una discussione su qualche microscopica variazione al loro status ecco che scoppiano rappresaglie mediatiche, scioperi, lobbismi di basso livello, accuse di autoritarismo/ massoneria/ anticostituzionalità assortite.
Riformate tutto ma non il mio spicchio di mondo.
No, il riformismo in Italia non ha strada. Non si possono tentare rivoluzioni né innovazioni, in nessun campo.
Se affronti il tema dei "nuovi" diritti civili insorge la Chiesa, se affronti il tema della liberalizzazione e della sburocratizzazione dei contratti di lavoro insorgono i sindacati, che provi a mettere mano alla pubblica amministrazione o alla scuola cadono i governi come foglie in autunno.
Non abbiamo ben capito quale sia la direzione in cui si muovono le scelte del governo, non sembra trasparire una "weltanschauung" compiuta e univoca, e certamente l'impressione è che qualcosa sia mutato rispetto alle idee espresse da Renzi durante le ultime campagne elettorali. Tuttavia, la sensazione è che, al di là dei demeriti del governo, siano queste forze conservatrici ad averla vinta.
Dalle componenti retrograde del governo (NCD), a quelle della maggioranza (bersaniani e dintorni), fino alle opposizioni che soffiano sul fuoco della protesta e dell'antipolitca fine a se stessa (M5S), tutti difendono i privilegi acquisti dal proprio partito/movimento o dal proprio micro-elettorato di riferimento, dimenticando (volontariamente) il bene superiore rappresentato dall'esigenza di dare un futuro al paese.
Aggiungiamo regole, leggi, decreti senza riuscire a cogliere il vero risultato di cui abbiamo bisogno, ovvero quello di asciugare le paludi burocratiche che atrofizzano le articolazioni moriture del paese. Insidioso l'accesso al lavoro, ingessata l'economia, bloccata l'esistenza dei cittadini.
Non sono favorevole al governo (non ancora, se non riesce a realizzare almeno una parte di ciò che si prometteva).
Di certo, però, sono all'opposizione di questa opposizione, di buona parte delle opposizioni.
A furia di opporci a tutto e a tutti, per invidia, per convenienza elettorale, per corporativismo, per conservazione dei privilegi, abbiamo finito per annientare la speranza, la voglia, la fiducia.
Criticando tutto e tutti senza misura, spesso senza argomenti, in maniera faziosa abbiamo finito per devastare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
Nessuno propone niente, se non piccoli palliativi a problemi di secondaria importanza, eppure tutti brillano nella dialettica distruttiva dell'avversario.
Questa è l'Italia: un paese che ha deliberatamente deciso di opporsi al futuro.
Non sono favorevole al governo (non ancora, se non riesce a realizzare almeno una parte di ciò che si prometteva).
Di certo, però, sono all'opposizione di questa opposizione, di buona parte delle opposizioni.
A furia di opporci a tutto e a tutti, per invidia, per convenienza elettorale, per corporativismo, per conservazione dei privilegi, abbiamo finito per annientare la speranza, la voglia, la fiducia.
Criticando tutto e tutti senza misura, spesso senza argomenti, in maniera faziosa abbiamo finito per devastare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
Nessuno propone niente, se non piccoli palliativi a problemi di secondaria importanza, eppure tutti brillano nella dialettica distruttiva dell'avversario.
Questa è l'Italia: un paese che ha deliberatamente deciso di opporsi al futuro.