mercoledì 24 agosto 2016

Eroicomica



É q
uest'attesa scandita


che tinge d'eroicomica


bellezza la vita.

Libertà è responsabilità


Un giorno leggi che Laura Boldrini si fa promotrice dell'obbligo di studio del Corano.
Il giorno dopo leggi di tanti esperti analisti di economia (sic!) che si lamentano con il governo per l'Iva sul Canone Rai.
Un altro giorno ancora si legge dell'ok all'importazione di carne di cane dal Vietnam.
E via così, di balla in balla, di bufala in bufala.
Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, il mare magnum di internet e dei social network allarga l'offerta di informazione spazzatura, aumentando gli introiti di chi del click-baiting ha fatto una professione.

Provo grande inquietudine per la direzione che ha preso la rete. Un tempo, agli albori, la pensavo un possibile moltiplicatore di conoscenze (e in parte lo è), un luogo virtuale dove la democrazia e la partecipazione avrebbero potuto espandersi e migliorarsi, insomma una vera e propria fonte di progresso per l'umanità.
Non è così, mi sono sbagliato.
Internet oggi è divenuto (in larga parte) la patria delle peggiori nefandezze, della falsità, della superficialità. Quella libertà di opinione che non prevedeva, ovviamente, alcun tipo di controllo sul materiale pubblicato ci si è ritorta contro, divenendo un coacervo di illazioni, di invenzioni senza alcun tipo di verifica o di attendibilità. 

Il moltiplicatore di conoscenza è divenuto moltiplicatore di ignoranza: i pezzi documentati, scritti con linguaggio appropriato sono del tutto soppiantati dalla condivisione furibonda di contenuti dai titoli roboanti, senza né capo né coda.
Il populismo tracima, ed ogni giorno sempre più persone si sentono autorizzate a dare libero sfogo ai propri istinti più ottusi. Qualsiasi offesa, da quella a sfondo razzistico a quella a sfondo sessuale, viene giustificata, anzi cliccata, anzi apprezzata.

Poi ci sono i commentatori, gli haters, quelli che devono dire la loro su tutto senza conoscere nulla.
Abbiamo liberalizzato l'odio e gli abbiamo dato un megafono, questo abbiamo fatto.
Aveva esattamente ragione Umberto Eco quando, con il suo sarcasmo sempre arcigno, affermava che "i social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli".
Anche Time in questi giorni ha dedicato la sua copertina allo steso problema, a dimostrazione che si tratta di un problema non di poco conto. 
Sociologicamente e antropologicamente, Internet sta lentamente modificando l'approccio di tanta gente alla discussione, alla dialettica: nel silenzio e nella sicurezza dello schermo (protettivo) di un PC, si aprono voragini in cui viene riversato un oceano di acredine, di violenza, di disprezzo immotivato. Un buco nero in cui la gentilezza, l'empatia, la fratellanza, che stanno alla base di ogni buona collaborazione tra umani, sono del tutto risucchiate e annichilite.
La potenza moltiplicatrice della rete sta trasformando questo virus in una pandemia che legittima l'egoismo, la sfiducia verso il prossimo, e lo fa con armi del tutto inaccettabili, ovvero la bugia, la montatura, la falsità.

Sono personalmente contrario a qualsiasi forma di censura e totalmente a favore di una assoluta libertà di parola, ma certo non è possibile accettare che si possa pubblicare qualsiasi cosa, senza alcuna verifica, senza alcun fondamento, senza alcun rispetto, e per di più non essendone chiamati a rispondere di fronte ad alcun ente preposto.
La libertà è, e deve tornare ad essere, responsabilità


P.s. : segnalo, a tal proposito, il lavoro di un meritorio sito indipendente che si prende cura di segnalare siti, blog, testate online che sono solite pubblicare notizie, per così dire, in maniera poco professionale:
http://www.butac.it/the-black-list/


lunedì 8 agosto 2016

Sisifo2016


C'è un fetore salmastro
che inonda questo tempo.
Il dileggio dei sapienti,
il cinismo dei potenti,
la dittatura degli istinti.
Forse è già arrivato il momento
in cui il masso torna indietro
e lunga la rincorsa
riparte ancora, pioggia di dolore.