domenica 2 febbraio 2020

Carneade, chi era costui?

Carneade, chi era costui? 
Assurto agli onori della fama qualche secolo dopo la sua scomparsa, e solo per una boutade di Manzoni, questo filosofo greco deve la sua popolarità, fantozzianamente, all'assimilazione che viene fatta tra il suo nome e la simbologia del "perfetto sconosciuto". Eppure, questo signor nessuno della storia del pensiero umano, dopo tanti anni di meditazione, io lo trovo tra quelli che più mi convincono nella loro riflessione. 
Incredibile, no?
Carneade è uno dei capofila della corrente degli scettici, uno che secoli e secoli e secoli fa aveva compreso quanto saggio sia sospendere il giudizio allorché non si hanno certezze da trasformare in verità. E a ben vedere, non le si hanno quasi mai (esattamente il contrario di quello che fanno oggi milioni di leoni da tastiera). 
Aveva ragione lui: se non si hanno certezze, meglio attenersi al verosimile e al probabile (da cui la corrente del probabilismo di cui viene segnalato come guru fondatore).
Sospendere il giudizio significa non voler imporre la propria, pur fallibile, idea agli altri. 
Niente ideologie autoritarie dunque, niente guerre di religione, niente fondamentalismi, rispetto per le libertà e il libero arbitrio, democrazia. Il mondo di Carneade è inevitabilmente un mondo di pace e di rispetto. Di cinica serenità. Il contrario del mondo di oggi, dove frotte di invasati ucciderebbero pur di difendere la propria balzana opinione, salvo poi cambiare opinione 10 giorni dopo. 


Insomma, Carneade, chi era costui? Semplice: uno che abbiamo sbagliato a snobbare, a nostre spese.