sabato 24 maggio 2014

Tesa attesa

Non ho bisogno di viaggiare: sono già lì.
Lì con te, con i tuoi fratelli di giochi, le tue mamy gentili. L'attesa è pensiero, è immedesimazione, è viaggio da fermi, ed io sto viaggiando da tempo.

Il cielo non lo sa
che ci struggiamo più delle nuvole
in un azzurro interinale.

Sono le nuvole il legame più forte che abbiamo, adesso. Salirei sopra ogni nuvola che sorvola casa mia (mi casa es tu casa) e come nei cartoni animati mi farei trasportare, come fosse un tappeto volante, direttamente da te.
Ti immagino guardare il cielo come lo guardo io, ogni tanto, ti immagino isolarti dal mondo ed osservare lo struggersi delle nuvole, il loro correre, il loro mutare. Anche per te il futuro è una nuvola, cangiante, fuggevole: ma dietro lo sai, che si nasconde un sole infinito. Siamo sole dell'avvenire, l'uno per l'altro.

C'è uno stormo d'aquiloni
nel tempo che ci sorvola gl' animi
in questa lunga intermittenza
di silenzio e di speranza.

Abbiamo sperimentato miliardi di cambi d'umore, abbiamo nutrito il pessimismo e l'ottimismo con minuscole briciole di notizie che altri hanno lasciato sul nostro cammino. Siamo due palestrati dell'attesa, io e te, e questo ci ha resi più forti, non dobbiamo dimenticarlo mai. Nell'attesa ci siamo allenati a qualsiasi evenienza, abbiamo percorso sentieri ardui senza mai fermarci. Siamo sherpa della pazienza e della speranza e ci stiamo arrampicando lentamente sulla vetta.
Forse hai amici più grandi che ti hanno chiuso in un angolo, forse ti sei sentito così solo da affezionarti a quel maialino di pezza come fosse il tuo parente più stretto.
Potrai portare tutto questo con te, e tutto questo sarà la parte di te che amerò di più. Potrai portare silenzi lunghi come una notte polare e saranno per me pezzi di hard rock incandescente.

Siamo un duetto d'anime,
siamo una trasfusione di rime,
di attese, di lacrime;
siamo sogni arsi,
una culla con intarsi
scolpiti nella notte
ascoltando le lancette
della sveglia avvicinarci.

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