Ci sono varie spiegazioni sul risultato straordinario del PD e del suo leader Matteo Renzi in queste elezioni europee 2014.
Poche sono, o dovrebbero essere, invece, le conseguenze del voto, che un paese e un ceto politico serio dovrebbero considerare nella sua essenza: un voto per il parlamento europeo che non può influire se non in termini di "termometro politico" sulla situazione interna.
Poche sono, o dovrebbero essere, invece, le conseguenze del voto, che un paese e un ceto politico serio dovrebbero considerare nella sua essenza: un voto per il parlamento europeo che non può influire se non in termini di "termometro politico" sulla situazione interna.
Prima di tutto però occorre definire bene i connotati statistici di questo trionfo:
1) si tratta del risultato più alto ottenuto dal centrosinistra nella storia della Repubblica italiana;
2) è il risultato più alto tra i partiti di centrosinistra in europa;
3) si prospetterebbe il risultato più alto per un partito italiano dal 1958;
4) A Milano, il polmone economico d'Italia, il PD ottiene quasi il 45%, risultato mai ottenuto da nessuno.
Quest'ultimo dato in particolare spiega meglio di ogni altro come il consenso all'azione di governo sia stato trasversale, travalicando il tradizionale bacino d'utenza del PD (dipendenti pubblici, pensionati).
"O noi o loro".
I motivi di questa affermazione sono abbastanza chiari, a mio avviso. La polarizzazione del voto, voluto da Grillo ("o noi o loro") ma anche da Berlusconi ("è un referendum sul governo") ha fatto sì che la maggioranza degli elettori italiani, che è storicamente moderata, ha individuato in Renzi l'unica possibile ancora di salvezza. In sostanza l'aggressività di Grillo ha spinto i moderati, e buona parte dell'elettorato cattolico, tra le braccia di Renzi.
Il risultato è dunque il frutto delle doti incontrovertibili da cavallo di razza di Renzi nella campagna elettorale, ma anche dell'eccesso di personalizzazione che, in maniera suicida, hanno voluto gli altri due contendenti.
In una situazione che a livello europeo ha visto quasi tutti i partiti di governo arretrare vistosamente, un PD che ottiene questo risultato racconta un'Italia desiderosa di un minimo di stabilità, di ricambio moderato, di riforme ma non di rivoluzioni al buio. Era prevedibile.Da provinciali quali siamo abbiamo caricato di significati nazionali un voto che era extra-nazionale: con questo errore grossolano i contendenti del premier, in un contesto europeo dove in realtà i social-democratici hanno ottenuto un risultato non in linea con le aspettative, hanno trasformato il voto in un boomerang micidiale. Adesso infatti il PD avrà buon gioco ad imporre le proprie linee-guida al governo, e Renzi potrà mettere a tacere tutti coloro che gli rinfacciavano di non avere la legittimazione popolare per dettare il suo crono-programma serrato di riforme costituzionali.
"L'Europa cambia verso".
In una situazione che a livello europeo ha visto quasi tutti i partiti di governo arretrare vistosamente, un PD che ottiene questo risultato racconta un'Italia desiderosa di un minimo di stabilità, di ricambio moderato, di riforme ma non di rivoluzioni al buio. Era prevedibile.Da provinciali quali siamo abbiamo caricato di significati nazionali un voto che era extra-nazionale: con questo errore grossolano i contendenti del premier, in un contesto europeo dove in realtà i social-democratici hanno ottenuto un risultato non in linea con le aspettative, hanno trasformato il voto in un boomerang micidiale. Adesso infatti il PD avrà buon gioco ad imporre le proprie linee-guida al governo, e Renzi potrà mettere a tacere tutti coloro che gli rinfacciavano di non avere la legittimazione popolare per dettare il suo crono-programma serrato di riforme costituzionali.
"L'Europa cambia verso".
Due sono gli aspetti su cui riporre l'attenzione rispetto al voto europeo. Il primo è il grande peso che l'Italia e il PD acquisiscono all'interno del PSE, dove viene acquisita una leadership continentale che inevitabilmente comporterà una discussione interna simile a quella già avvenuta in Italia: la socialdemocrazia tradizionale si troverà a confrontarsi con quei principi liberaldemocratici che connotano attualmente l'azione del pd renziano.
Dal momento che l'ormai famigerata "austerity" ha visto come principale sostenitore il PPE ma senza particolari ostruzionismi del PSE, la speranza è quella che in un eventuale governo di coalizione a livello europeo le istanze anti-rigoriste di Renzi possano avere ascolto visto che si tratta della più importante affermazione, in termini numerici, tra i partiti di governo europei.
Da non sottovalutare poi l'eco, almeno in termini di entusiasmo ma anche di peso politico, che il risultato può avere nell'ottica del futuro semestre di presidenza italiana dell'europa, ormai alle porte.
Il secondo aspetto da studiare adeguatamente è quello del grande balzo in avanti, dello sdoganamento che le politiche anti-europeiste hanno permesso alle destre nazionaliste e post-fasciste.
Il secondo aspetto da studiare adeguatamente è quello del grande balzo in avanti, dello sdoganamento che le politiche anti-europeiste hanno permesso alle destre nazionaliste e post-fasciste.
L'Italia si è salvata da questa deriva anche grazie alla forza del M5S che ha attirato su di sé parte di questo elettorato, che è comunque presente e in crescita come dimostra l'affermazione della Lega.
Se le istituzioni europee producono così tanto odio e così poca fiducia, è bene che chi guiderà la commissione nei prossimi anni ne tenga conto e si avvii verso una riforma radicale sia del rapporto con i cittadini (e con i media) sia di una burocrazia ritenuta dai più nefasta e deleteria.
"In basso a sinistra".
La sinistra in quanto tale si attesta ormai sul 4-5%. Tsipras, che pure è apparso in questa campagna elettorale come uno dei pochi protagonisti credibili, anche se solo in termini contenutistici, della contesa, pur aggregando tutta l'area non è andato oltre il minimo sindacale (4,03%) che gli consentisse l'approdo al parlamento europeo. Dato questo che fa comprendere come per quest'area non ci sia più margine per battaglie in solitaria. La battaglia per imporre certi valori, se vuol essere davvero traducibile in realtà, ovvero in provvedimenti e leggi, va fatta all'interno del PD che si presenta ormai come un contenitore aperto che, grazie alle primarie, può permettere a chiunque di giocare le proprie carte, anche agli outsiders.
"In alto a destra".
"In basso a sinistra".
La sinistra in quanto tale si attesta ormai sul 4-5%. Tsipras, che pure è apparso in questa campagna elettorale come uno dei pochi protagonisti credibili, anche se solo in termini contenutistici, della contesa, pur aggregando tutta l'area non è andato oltre il minimo sindacale (4,03%) che gli consentisse l'approdo al parlamento europeo. Dato questo che fa comprendere come per quest'area non ci sia più margine per battaglie in solitaria. La battaglia per imporre certi valori, se vuol essere davvero traducibile in realtà, ovvero in provvedimenti e leggi, va fatta all'interno del PD che si presenta ormai come un contenitore aperto che, grazie alle primarie, può permettere a chiunque di giocare le proprie carte, anche agli outsiders.
"In alto a destra".
Il centrodestra italiano conferma di essere forza maggioritaria nel paese, nonostante l'anomalia berlusconiana sia ormai, e aggiungiamo finalmente, giunta al tramonto. La somma dei risultati di Forza Italia, NCD, Fratelli d'Italia e Lega dimostra ancora una volta come sia orientato il corpo elettorale italiano, e come sia facilmente recuperabile visto anche l'alto astensionismo. Questo è un dato da non trascurare, nell'ottica di un futuro bipolarismo moderno, di una democrazia dell'alternanza funzionante e compiuta.
Non resta dunque che augurarsi che Renzi sappia trarre giovamento da questo fragoroso investimento popolare procedendo spedito verso la tanto sbandierata opera di riforma e rinnovamento totale, che vada dalla pubblica amministrazione alla costituzione all'economia, incurante dei numerosi ostacoli ma attento alle istanze di tutti, specie di chi, a causa della crisi, è rimasto un po' più indietro.