domenica 13 dicembre 2015

In vena

Ho una tale necessità di lettura, di immersione profonda in un qualche testo di quelli giusti, che se potessi chiedere al dio della scienza una nuova, rivoluzionaria invenzione, sarebbe quella di un libro da iniettare in vena.
Veloce, immediato, compatibile con la frenesia ammazza-tempo-libero contemporanea.

Il governo ha recentemente deciso di investire dei soldi, in maniera ovviamente più simbolica che risolutiva, nell'accrescimento culturale delle nuove generazioni.
...Avessi avuto io quel bonus, nel tempo in cui avevo moltissimo tempo e pochissimo denaro da dedicare alla lettura...

Invece c'é chi critica, chi parla di mancia elettorale, chi di mossa propagandistica. Mi chiedo: e da quando la cultura ha un benché minimo ritorno elettorale? 

La cultura ha un solo ritorno: in bellezza, in progresso, in bene comune. Purtroppo, però, lo capiscono in pochi.

domenica 30 agosto 2015

Please, Please, Please

Ci sono canzoni che elevano ed accrescono il loro status con lo scorrere degli anni. Lo fanno grazie all'apprezzamento plurigenerazionale, vero e proprio passpartout affinché un brano passi dalle classifiche al mito.
Please, Please, Please Let Me Get What I Want è una preghiera in note molto, molto moderna, figlia della tipica inquietudine esistenziale dell'intellettuale contemporaneo, quale Morrissey è.
Il punto di forza di questo pezzo è l'universalità del messaggio: ognuno di noi cova segretamente un'ambizione, alimenta un sogno nel segreto della propria anima, e il duo Morrissey/Marr è riuscito a tradurre in parole & musica questo desiderio. Proprio grazie alla genericità del testo l'intensità del pezzo si adatta  a qualunque obiettivo sia teso, divenendo quindi un inno buono per tutti i tempi, tutte le generazioni, tutte le sensibilità.
A rendere questi 110 secondi unici nella storia della musica è anche quel loro essere cronaca intima di una volontà di riscatto, sentimento comune a tanti nuovi e vecchi giovani. La dolcezza del cantato, il mandolino finale sono il contorno perfetto ad una narrazione breve e intensa, semplice ma sempre, nuovamente rivoluzionaria ogni volta che raggiunge un nuovo ascoltatore.

domenica 17 maggio 2015

Questo mesto mondo senza poesia

Viviamo in un mondo più triste e più piccolo, più grigio e più arido, da quando è scomparsa la poesia.
Se l'è portata via la dittatura dell'immagine, alleata con lo straripare della tecnica. 
In un attimo, l'uomo si è scoperto ridicolo a scrivere parole, solo misere parole in rima o in assonanza. Gli è sembrato troppo poco, troppo lento, troppo triste l'intrecciarsi malinconico di sentimenti e versi. Paragonato all'esplosione di multimedialità che la modernità sa offrire, il silenzioso fragore della poesia è apparso improvvisamente vetusto, antico, superato. Morto.

Torna alla mente una bellissima poesia di Valerio Magrelli, "Invettiva sotto una tomba etrusca", che con rara sintesi racconta perfettamente di questo mondo senza poesia:

Adesso parleranno tutti uguale,
tutti la stessa lingua che ci ha tolto la nostra.
Hanno cacciato l’alfabeto tra i campi
braccandolo come un fuggiasco, come un ladro,
l’alfabeto dei padri.
Nessuno ci capirà, e nemmeno tra noi
impiegheremo più le vecchie parole,
corrose, diroccate mura delle nostre fortezze.
Ci hanno lasciato soltanto
le tombe, estremo ridosso.
Perciò parlo da qui,
voce reclusa nel buio
tra forme colorate, ma immobili per sempre
come l’ultimo alito
della nostra pronuncia.

Ed è proprio così che ci si sente, ad esasperatamente rimpiangere un tempo in cui la parola era sacralizzata e rispettata: come reietti nascosti tra le tombe, come fuggiaschi riparati nel rudere di un ex convento sconsacrato.
Fuori dalle traiettorie principali con il rischio di perdersi, e di perdere per sempre una parte di noi tanto cara, tanto vera.
Fuori dal tempo. 
Eppure, la rinuncia alla poesia ci colloca un po' più lontani dal centro, dall'essenza delle cose che ci circondano. Perché nulla coglie l'essenza delle vicende umane così profondamente come fa la poesia. Che rifugge le definizioni, la fredda cronaca, la biochimica: la poesia nutre e si nutre di accenni, tratteggia, dice cantando, aggiunge sottraendo.
Nasce nelle viscere e si disperde tra le nuvole.

sabato 11 aprile 2015

Un drappeggio

C'erano archi di glicini,
atomi d'incenso,
furie di angeli.
C'era un cielo incerto
e noi avvezzi all'eterno
mentre saliva quel drappeggio
dal centrodestra del deserto.
C'era una fedeltà ansimante
a tutte le costrizioni indisponenti
che allontanano dal silenzio
e da te.

giovedì 29 gennaio 2015

#RomanzoQuirinale



Sergio Mattarella è il nome che il PD mette in campo come candidato (almeno iniziale) alla Presidenza della Repubblica.

Vi sono alcuni pro ed alcuni contro rispetto a questa candidatura, pur autorevole.




CONTRO:

  • proviene dalla D.C., è uomo che ha attraversato decenni di politica senza apportare particolari interventi nel correggere le tante storture, organizzative e morali, del ns. sistema;
  • è uomo tendenzialmente votato al compromesso, un compromesso che in questo paese è quasi sempre risultato al ribasso rispetto alla necessità forte di riforme;
  • ha una mentalità da secolo scorso, è lontano dalla contemporaneità, dalle nuove tecnologie, dalle nuove forme di espressione e condivisione.
  • Probabilmente non è l'uomo più adatto ad accompagnare verso una riforma profonda della costituzione, essendone un difensore.
  • è un uomo grigio, cupo, che difetta palesemente in capacità di comunicazione. La sua dialettica è poco coinvolgente e appare come uomo lontano dai problemi della gente.
PRO:
  • è persona onesta, sulla quale in tanti anni di carriera non è mai emerso niente di oscuro;
  • sa cosa significa lottare contro la mafia: ha perso un fratello, Piersanti, e certo una ferita di questo genere lo ha segnato per sempre: sicuramente saprà contrapporsi con forza a questo grande male del nostro paese;
  • Sergio Mattarella è uomo di altissime competenze: esperto di diritto pubblico, esperto di leggi elettorali (il suo Mattarellum ha molti lati positivi) ed è anche giudice costituzionale, il che non so se ascriverlo tra i pro o i contro, ma certamente ne certifica la profonda conoscenza del sistema.
  • Uomo che, nonostante sia votato al compromesso sa quando dire di no: come nel caso della legge Mammì, contro la quale si dimise in un governo Andreotti che stava confezionando un bel regalo a Berlusconi.
Non è il mio candidato. Avrei preferito una figura di rottura totale, un uomo come Raffaele Cantone, in grado di dare voce ad un'esigenza profonda che ha questo paese di rinnovamento morale, e di lotta aspra alla corruzione. Chi avrebbe potuto votargli contro? Non certo i 5 Stelle, che lo hanno messo tra i candidati alle loro quirinarie, e che vengono da una bella serata in piazza tutta incentrata sul tema dell'onestà.
Non certo SEL, e sfido anche Salvini & Meloni a sfilarsi da questo voto.
Berlusconi, votandogli contro, andrebbe a certificare un suo schieramento dalla parte delle forze che remano contro il rinnovamento morale del paese, e in termini di immagine questo risulterebbe un enorme autogol.

Attendiamo adesso gli sviluppi di questo ennesimo #RomanzoQuirinale che speriamo possa risolversi in breve tempo: di tutto abbiamo bisogno, anche agli occhi dell'opinione pubblica internazionale, fuorché di risultare ancora indecisi, impreparati, incapaci.