domenica 12 novembre 2017

Alba

Alba di un sabato mattina finalmente imbrinato.
Il time-lapse del mercato centrale che sorge dal nulla scorre veloce.
Dalla piazza scappano i gatti ed entrano i furgoni scoloriti e un po' malmessi. Le marmitte borbottano, il silenzio è divelto.
Un cantautore melanconico mi sussurra in cuffia che è un superpotere, essere vulnerabili: tutto colpisce, tutto ferisce.
La bruma sparisce, il sole è ormai alto; la poesia dell'alba anche per oggi è finita.

domenica 22 ottobre 2017

Riflessi

Albeggia tra i cipressi, e tra i riflessi vedo te.
Silenzio sul sentiero, poi un ritmo demodè mi risveglia all
a salita e alla ricerca dei perché.
Vagare sui crinali, ansimare tra gli anemoni, transumando gli orizzonti: il senso della vita non è altro che la ricerca del senso della vita.

domenica 23 luglio 2017

John Wayne in soggiorno


É caldo. Nella penombra silenziosa filtrano sottili strisce di colore dalle persiane socchiuse.
Vola polvere che sembra luccicare, come nel fascio di luce sparato dal proiettore di un vecchio cinema anni '60.
Sembra niente, ma è la scommessa di questo tempo: nel nulla assoluto, cogliere meraviglia.

mercoledì 26 aprile 2017

Lo sciovinismo ai tempi di google

Le ultime vicende elettorali nei paesi più influenti sullo scacchiere geopolitico mondiale hanno presentato spesso un confronto tra forze liberal-democratiche e movimenti pseudo-nazionalisti.
La storia dimostra che non esistono idee vincenti, o ideologie aprioristicamente malsane, escludendo gli estremismi ovviamente, tuttavia per molti anni è sembrato che il liberalismo democratico fosse l'approdo più naturale per molti sistemi politici occidentali. Oggi però questo approdo sembra lontano dall'essere raggiunto, a causa di vistose crepe che una classe dirigente troppo autoreferenziale non ha saputo intravvedere.
Il liberalismo non è liberale però quando le diseguaglianze, dovute alla polarizzazione della ricchezza, escludono larghe fette di popolazione dalla possibilità di auto-affermazione.
La tanto sbandierata meritocrazia, una delle basi fondanti della democrazia liberale, senza un'uguaglianza dei punti di partenza è del tutto arbitraria in quanto limitata, dunque è insito in un liberalismo moderno, compiuto, auto-evoluto un certo affrancamento dal liberismo economico.
Trascurare politiche di riequilibrio, di giustizia sociale, come molti governi recenti anche di centro-sinistra hanno fatto in diversi paesi europei, a scapito di una pur necessaria tutela degli attori economici principali, ovvero le aziende (industrie o banche esse fossero), ha fatto sì che si inasprisse il risentimento di vaste fasce di popolazione verso la politica, scatenando una rincorsa ad un voto irrazionale, asincrono rispetto alle reali necessità di questa nostra società contemporanea.
Questa disattenzione a forme di tutela, specie delle nuove generazioni, ha lasciato campo aperto a movimenti populisti, a demagoghi, a demiurghi della disonestà intellettuale, che hanno avuto come cassa di risonanza principale il web.
Cosa può essere, a cosa può portare lo sciovinismo, il sovranismo ululato dai novelli nazionalisti, in un tempo in cui ogni risposta, ogni acquisto, ogni viaggio può essere tradotto in realtà in 5 minuti digitando una parola su uno smartphone?
Questo movimento, questa deriva, questa aspirazione può davvero essere altro che una mera ricerca di consenso fine a se stessa? No, come dimostrano i pessimi risultati, le strategie tutt'altro che popolari adottate da Trump negli Stati Uniti (vedasi il suo tentativo di riforma fiscale), ma anche la dipartita di Farage dopo la Brexit, o l'inesistenza di un programma compiuto e credibile del M5S in italia dopo ormai anni di presenza sulla scena politica.
Il tempo scorre inesorabilmente verso un globalismo dei consumi, delle passioni, delle curiosità, della circolazione e fruizione della bellezza e dell'intrattenimento. 
Occorre però ascoltare le istanze che i cittadini riversano in questo voto irrazionale, istintivo, rielaborarle e trasformarle in provvedimenti reali, incisivi, concreti su temi quali tutela delle fasce più deboli, sicurezza, organizzazione intelligente e articolata dei flussi migratori.
Se questa classe dirigente non è all'altezza del compito, l'obiettivo non è annientare i valori e le istituzioni su cui si è poggiato il progresso dell'umanità negli ultimi decenni, ma migliorare la selezione, e forse la formazione di questa classe dirigente. Solo così potremo escludere pericolosi tuffi in un passato che mai come in questi giorni fingiamo di dimenticare quanto sia stato pericoloso. 

sabato 4 marzo 2017

Strepiteranno le sere


...e fare caso a quando siamo felici, dicono Le luci. Conservare occhi limpidi come cieli di Carelia, per acchiappare quegli attimi, ibernarli, eternizzarli.
Strepiteranno le sere di una bellezza violacea, e ne faremo un romanzo e un dipinto, insieme noi 3, in silenzio in riv'al mondo.

domenica 29 gennaio 2017

L'amore e la violenza - Baustelle

"L'amore e la violenza" è il nuovo, attesissimo album dei Baustelle.
Si tratta di un album spiazzante, apparentemente contraddittorio se valutato all'interno del percorso artistico del gruppo di Montepulciano.
Dopo un'escalation di complessità culminata nel bellissimo, radicale, sinfonico "Fantasma", l'impressione è quella di un tentativo di ritorno alle origini, a una forma canzone più semplice e diretta.
Uno degli aspetti che caratterizzano da sempre la scrittura di Bianconi è la capacità di tradurre in versi una weltanschauung in cui si intersecano alto e basso, raffinatezza e tetra ossessione, poesia e bieca pulsione. Proprio in questo ritorno al saliscendi narrativo tipico degli album degli esordi è da riscontrare la coerenza artistica di questo lavoro, il richiamo ai temi dell'adolescenza, il citazionismo a volte sopraffino a volte ironicamente naif ( cfr. l'intro "Sandokan" di "Basso e batteria").
Punti deboli e punti di forza: se sono da apprezzare le novità strumentali, gli inevitabili aggiornamenti synth apprezzati in "Amanda Lear", sono forse un po' più deboli i tentativi di sintesi esistenziale di alcuni brani ("La vita", "Lepidoptera"), interessanti più per le scelte melodiche che per lo sviluppo concettuale dei testi.
Rimane viva in definitiva l'appagante vertigine di confrontarsi con brani che affrontano temi sconosciuti e inaccessibili alla quasi totalità della produzione musicale contemporanea, forse per questo non ci si può perdere troppo nelle critiche a un gruppo che riesce a miscelare Foster Wallace o Houellebecq in un contesto storico, e artistico, schiavo della dittatura nullificante (estetica anestetica) dei social media (anche questo, peraltro, tema ricorrente dell'album).

lunedì 16 gennaio 2017

La musica che resta

Cosa rimane di noi?
Cosa rimarrà della nostra presenza, del nostro brusìo, del nostro sciame d'ardimenti quotidiani?
Sussurri sfioriti o echi lontani, lasciamo tutti tracce di musica alle nostre spalle e le lasciamo danzare lungamente sulle palpebre di pochi o tanti destini che abbiamo incrociato.
Qualcuno, talvolta, si ritmerà di noi, qualcuno scorderà l'intonazione dei nostri monologhi, qualcuno ancora lamenterà l'assenza del downtempo che davamo ai suoi giorni.

Ricordami, amore, come una musica discreta, velata, segreta, una musica sincera, stremata, obsoleta.
Io sono la Tua musica: un' arpa su un riff rock, il respiro in un beatbox.