Ieri sera si è svolto il primo faccia a faccia televisivo tra i 2 candidati al ballottaggio delle Primarie del Centrosinistra.
Chiunque parteggi o abbia anche una lieve inclinazione per uno dei due avrà visto in quel candidato il vincitore della serata.
Il problema è che da un punto di vista linguistico, comunicativo, di approccio alla cosa pubblica i due contendenti non sono paragonabili: sono due cose esattamente opposte e in antitesi. Quello che emerge è infatti più che un conflitto di contenuti un conflitto generazionale, uno scontro tra padre e figlio, o tra zio e nipote, come molti hanno sottolineato, e come spesso accade anche nelle famiglie pur con tutto l'affetto possibile generazioni diverse ragionano in maniere diverse.
A farla da padrone più che uno spirito dialogico è un istinto contrapposto: quello conservativo degli "anziani" e quello sovversivo dei giovani, e si tratta di una semplificazione "animale" che sopravanza qualsiasi programma o progetto di amministrazione del paese.
In questi confronti si cerca sempre un vincitore e uno sconfitto. Ebbene, ad emergere come vincitore assoluto, più che un candidato, è un concetto: quello del rinnovamento. Il merito di Renzi è quello di aver costretto a cambiare, ad evolversi, a ristrutturarsi l'intero PD, dandogli un impronta nuova, americana, moderna, ma soprattutto costringendolo a inseguirlo su alcuni temi come il finanziamento pubblico o il numero dei parlamentari. Senza questi confronti pubblici probabilmente il partito avrebbe tenuto in sordina queste istanze fino a (far finta di) dimenticarle, come sempre. Questo adesso non è più possibile.
A farla da padrone più che uno spirito dialogico è un istinto contrapposto: quello conservativo degli "anziani" e quello sovversivo dei giovani, e si tratta di una semplificazione "animale" che sopravanza qualsiasi programma o progetto di amministrazione del paese.
In questi confronti si cerca sempre un vincitore e uno sconfitto. Ebbene, ad emergere come vincitore assoluto, più che un candidato, è un concetto: quello del rinnovamento. Il merito di Renzi è quello di aver costretto a cambiare, ad evolversi, a ristrutturarsi l'intero PD, dandogli un impronta nuova, americana, moderna, ma soprattutto costringendolo a inseguirlo su alcuni temi come il finanziamento pubblico o il numero dei parlamentari. Senza questi confronti pubblici probabilmente il partito avrebbe tenuto in sordina queste istanze fino a (far finta di) dimenticarle, come sempre. Questo adesso non è più possibile.