martedì 20 agosto 2013

Bocciare Boccia

Il 19 agosto il deputato di area "lettiana" Francesco Boccia ha presentato ai colleghi di partito del PD e all'opinione pubblica una sua mozione precongressuale, dal titolo "Italia Riformista".
Si è trattato di una mozione tanto dura quanto poco credibile, in quanto è parso evidente, goffo e artificioso il tentativo di avvicinare Renzi sul piano della critica generazionale e della rottamazione della vecchia classe dirigente. Quando però la critica proviene da un deputato che ha appoggiato in maniera supina e silente qualsiasi decisione delle precedenti dirigenze, è chiaro che la base elettorale di quel partito ha e avrà difficoltà a digerire tanta ipocrisia.
Il presidente del consiglio Enrico Letta ha infatti, intelligentemente, preso le distanze dal documento, per non perdere il temporaneo status da uomo super-partes.
 
Quello che stupisce è, per l'ennesima volta, la sfrontatezza, la totale assenza di senso del pudore di certe figure interne al PD incapaci di umiltà, equilibrio, senso (auto)critico: come può Boccia ergersi improvvisamente a steriminatore delle vecchie oligarchie?
Il buon Francesco, al quale non rimproveriamo certo il matrimonio con il ministro Pdl Nunzia di Girolamo, ha vissuto un lungo matrimonio elettorale niente di meno che con Massimo D'Alema, che grazie ad una delle sue felicissime intuizioni vincenti lo impose come candidato del centrosinistra alle elezioni regionali in Puglia, dove fu sonoramente sconfitto da Nichi Vendola.
Il giovane virgulto post-democristiano poi, che passa per essere personalità con forti connotazioni tecniche, interviene spesso con le sue affilate armi dialettiche nelle confronto pubblico su temi di politica economica. Ne è un esempio il  recente dibattito sull'acquisto degli F35, quando, per motivare la sua scelta filo-governativa e conservatrice (altro che "riformista") ha dichiarato su twitter che questi velivoli "spengono incendi, trasportano malati” come fossero elicotteri della protezione civile. Incredibile.
 

Boccia fa parte di quella zona d'ombra del PD, fatta di giovani vecchi e vecchi giovani, tutta volta al mantenimento della propria posizione privilegiata, ottenuta nel tempo grazie a posizionamenti tattici e mai per meriti, siano questi meriti di tipo amministrativo, di contributi di pensiero o di ampio consenso elettorale. Questa parte del PD, che presumibilmente è anche quella che dal giorno dopo le elezioni ha iniziato ad immaginare l'approdo comodo e proficuo delle Larghe Intese, è quella che, presumibilmente, ha pugnalato Prodi nel segreto dell'urna elettiva del Presidente della Repubblica.
 
Da sempre disponibile al compromesso al ribasso, questa ala ultra-conservatrice è sempre andata d'accordo con l'altra ala ultra-conservatrice presente nel PD, quella dei diessini dalemiani (della quale Bersani era espressione). Un connubio che, ad esempio, ha bloccato sul nascere la crescente aggregazione trasversale sul tema del superamento del porcellum promossa dal deputato ex radicale Roberto Giachetti, tanto per capirsi: mossa che avrebbe permesso di andare a votare in qualsiasi momento ed invece, adesso, c'è l'alibi del Porcellum (che il PDL non vuole cambiare) con il quale non si può votare e che quindi tiene tutto sospeso a tempo indeterminato.
Risultano pertanto inopportune, incoerenti e dunque fuori luogo anche le critiche aspre alla sinistra del partito presenti nel documento.
 
Nel frattempo, si cerca in ogni modo di preparare il terreno ad un'alleanza che possa contrastare le forze giovani e realmente riformatrici del partito: Renzi, Civati, Serracchiani, ecc.
Si preparano mozioni vuote, di critica fine e se stessa, senza contenuti, senza avere ancora idea di chi possa essere il "front-man" di tale fazione. In quest'ottica si inserisce il documento di Boccia, che al di là dei facili giochi di parole, è da bocciare in toto.
 


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