"tra le tombe del monumentale,
trovi Dio, trovi Montale, ed un’opaca infinità."
Sono 2 brevi versi tratti da una delle più affascinanti canzoni contenute nel nuovo album dei toscani Baustelle, "Fantasma".
Inizio con questi brevi versi perché questo è un post che si propone un' impresa pazzerella: parlare di politica partendo dalla musica.
Ebbene, ascoltando questo nuovo disco scritto da uno dei migliori songwriters italiani della nuova generazione, Francesco Bianconi, la constatazione che sorge spontanea verte sulla bellezza del rischio, della sperimentazione, dell'inseguimento di un'idea (piuttosto fuori dagli schemi) come quella del concept alla base di questo disco.
La voglia di donare al pubblico il frutto delle proprie riflessioni, della propria passione verace, non artificiosamente modulata dalle oscene richieste dell'industria musicale è una gemma preziosa che gli appassionati di musica sapranno apprezzare.
E cosa c'entra la politica?
E cosa c'entra la politica?
C'entra eccome. Quello che manca ai tanti candidati alle più importanti cariche istituzionali oggi, e la campagna elettorale ne è un tragico esempio, è infatti proprio la voglia di trovare soluzioni nuove, provare a mettere a frutto le proprie esperienze e capacità per provare a recuperare credibilità tra i cittadini.
La politica insegue unicamente il consenso, falcidiando ormai qualsiasi tentativo di novità, di diversità.
Programmi tutti uguali, dibattiti che si concentrano su argomenti gretti, immediati, tremendamente immanenti: fisco, tasse, Imu, banche.
La politica ha perso qualsiasi capacità di riattivare la voglia di sognare, di sperare, di risorgere.
La politica ha perso qualsiasi capacità di riattivare la voglia di sognare, di sperare, di risorgere.
A tutti noi sognatori, idealisti, non rimane quindi altro che rifugiarci in un singolo di David Bowie, in un ebook di poesie o in un film di Wes Anderson, rifuggendo da una realtà che non ci contempla più.