sabato 16 febbraio 2013

I nuovi democratici.

In Italia non esiste ancora una vera e propria classe dirigente di profonde, reali ispirazioni democratiche. Non esiste perché non abbiamo una cultura politica democratica di lungo corso, ma abbiamo soltanto dei "parvenu" del pensiero autenticamente democratico : il PD stesso è composto in larga parte da ex comunisti, ex democristiani, ex di qualsiasi cosa.


L'impressione è che un forte partito democratico, con anime progressiste, riformiste, liberal, potrà davvero dirsi tale soltanto quando il ricambio generazionale sarà esaurito completamente, eliminando reminiscenze post-ideologiche di ogni genere.
Seppur con molti difetti, eccessi di spettacolarizzazione, tematiche a volte troppo ristrette alla sfera economica, la politica americana non potrà non essere il punto di riferimento per una riforma elettorale e della vita politica nel suo complesso. La semplificazione che deriva da un sistema elettorale come quello statunitense permette una maggiore stabilità, quindi maggiore governabilità, un migliore controllo delle candidature attraverso accese e combattute primarie, e soprattutto una partecipazione attiva che può anche essere veicolo di maggiore coscienza civica.
In questo senso per le nuove generazioni di dirigenti politici nostrani (penso soprattutto a Renzi e ai deputati a lui collegati) questa riforma dovrà essere la principale battaglia da affrontare in parlamento già dalla prossima legislatura.
Solo una nuova classe dirigenziale di 30-40enni, autenticamente democratica, cresciuta con studi, esperienze, idee, passioni altre rispetto a quelle dei vecchi partiti post-ideologici potrà realmente trasformare e modernizzare questo paese, rendendolo competitivo ed efficiente.
Due esempi su tutti sono i temi dell' information technology e della green economy: due temi del tutto assenti nelle coscienze dei vecchi funzionari PCI o DC, ma vere e proprie icone per i dirigenti di nuova generazione.
Il futuro è una tela vuota che noi dobbiamo iniziare a dipingere: non lasciamo che siano altri (sempre gli stessi) a scegliere i colori...

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