Eterogenesi delle Libertà: in Italia questa parola è divenuta nel corso degli anni cardine di molti progetti politici, eppure (o forse proprio per questo eccesso d'uso) questa parola, questo concetto, questa elaborazione filosofica sembra ormai un contenitore vuoto dentro il quale si può gettare praticamente di tutto.
Abbiamo, nella storia politica più o meno recente, un tale, multiforme groviglio di ideologie / movimenti / partiti ispirati a questa nobile idea che si fa fatica a districarcisi.
Abbiamo, nella storia politica più o meno recente, un tale, multiforme groviglio di ideologie / movimenti / partiti ispirati a questa nobile idea che si fa fatica a districarcisi.
- Libertas democristiana: una libertà che più parziale non si può; una libertà minimale, quasi invisibile, impercettibile: uno Stato invadente, diritti parziali, un'influenza esterna (porporata) costante. "Addostà 'sta libertà", verrebbe da dire?
- Liberismo sfrenato: va a contraddire la base del liberalismo classico (J.S.Mill, J.Bentham), ovvero l'uguaglianza del punto di partenza; si legge liberismo ma in realtà si tratta di egoismo...è l'imperio delle classi abbienti sul resto del mondo, il silenziamento violento di qualsiasi sentimento di fratellanza. In più, questo liberismo sbandierato ai quattro venti (ad esempio, in Italia, dal PDL) viene immediatamente sovvertito qualora si vadano a toccare gli interessi della propria categoria professionale di appartenenza: in tal caso i sedicenti portabandiera del liberismo si travestono in fretta da difensori di un corporativismo che è la perfetta negazione del liberismo. La concorrenza, questa sconosciuta.
- Libertà progressiste: libertà diffuse tradotte in diritti civili per le minoranze, anche in termini sessuali, alle quali corrisponde poi una visione di politica economica restrittiva, impregnata di interventi dello stato e che va costantemente a devastare qualsiasi emergere del merito individuale. Hasta la CGIL, siempre!
Il consiglio è dunque di diffidare del brand commercial-politico Libertà: non perché non sia il più nobile dei principi, ma perché non fa parte della nostra cultura di italioti sempre un po' troppo furbetti, opportunisti e faziosi per reggere il peso, irresistibilmente leggero, della libertà vera, coerente, totale.
Il consiglio è dunque di diffidare del brand commercial-politico Libertà: non perché non sia il più nobile dei principi, ma perché non fa parte della nostra cultura di italioti sempre un po' troppo furbetti, opportunisti e faziosi per reggere il peso, irresistibilmente leggero, della libertà vera, coerente, totale.
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