sabato 23 marzo 2013

Precarietà

Viviamo in un' epoca di precarietà esistenziale come mai ne avevamo viste prima.
La precarietà professionale in particolare è divenuta una vera e propria piaga sociale, della quale paghiamo pegno tutti, perché quasi tutti noi abbiamo un familiare, un parente, un amico in questa condizione. Tutta l'economia risente del minor accesso al consumo di una fetta sempre più larga di società, e questo crea un loop catastrofico specie per il terziario (ma non solo).
Ciò di cui abbiamo necessità, in questa situazione, è un governo stabile, stabilissimo, una maggioranza forte in grado di elaborare un piano industriale almeno quinquennale in grado di investire in settori produttivi e innovativi che diano nuovo slancio all'industria e all'artigianato italiano. Abbiamo necessità di spostare capitali statali importanti sulla ricerca, sull'intelligenza, sulla creatività per aprirci nuove frontiere, nuove opportunità, nuovi mercati finora inesplorati.
Abbiamo bisogno di idee, di credere in queste idee e di persone credibili che siano in grado di imporre queste idee senza doverle costantemente ridiscutere e porre sotto fiducia di un parlamento diviso e ostile.
Il governo Bersani è un governo che, se anche dovesse per vie traverse, grazie a opportunismi e tatticismi trasversali, vedere la luce, nascerebbe precario come nessun altro governo prima. Per questo penso che sia preferibile per il bene di tutti andare quanto prima al voto.
L'architettura costituzionale, lo sappiamo bene, non lo permette adesso, i tempi non possono essere brevissimi, occorrerà a meno di miracoli attendere fino ad Ottobre. Questo lasso temporale può essere sufficiente per ricostruire almeno un sistema elettorale dignitoso per un paese occidentale del XXI° secolo, dopodiché urge andare a ricercare nel corpo elettorale un mandato che tenti di attutire questo senso di precarietà istituzionale, economica, esistenziale che affligge questi anni.

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