Ai tempi d'oro della DC la spartizione delle poltrone avveniva secondo stretta osservanza del cosiddetto "manuale Cencelli".
Dopo gli anni di lottizzazione feroce berlusconiana (ma anche prodiana), oggi che torna Premier un esemplare di giovane vecchio post(?)democristiano ecco che il manualetto torna ad essere Vangelo ispiratore.
Rivisto e corretto secondo i dettami della modernità e del modernismo (molti giovani o presunti tali gettati qua e là a casaccio tra i vari dicasteri), il manuale Cencelli rivive di nuova linfa grazie all'amletico Enrico Letta. Amletico, certo, perché vittima costante di un dubbio: essere o non essere democristiano fino in fondo?
Enrico Letta (è il più giovane tra i vecchi o il più vecchio tra i giovani?) nel suo sobrio buonismo doroteo cerca di accontentare tutti per non scontentare nessuno, neppure quelli che al governo non ci sono: si parla addirittura di offerte insistenti alla Lega di presiedere la sua invenzione più fantasiosa, la Convenzione per le riforme costituzionali. I "Barbari Sognanti" però non accetteranno perché nessuno vorrà prendere in considerazione la boutade sulla macroregione del Nord, o forse accetteranno proprio per questo? (NON ce l'hanno fatta fare, noi ci abbiamo provato, urleranno in campagna elettorale).
Enrico Letta (è il più giovane tra i vecchi o il più vecchio tra i giovani?) nel suo sobrio buonismo doroteo cerca di accontentare tutti per non scontentare nessuno, neppure quelli che al governo non ci sono: si parla addirittura di offerte insistenti alla Lega di presiedere la sua invenzione più fantasiosa, la Convenzione per le riforme costituzionali. I "Barbari Sognanti" però non accetteranno perché nessuno vorrà prendere in considerazione la boutade sulla macroregione del Nord, o forse accetteranno proprio per questo? (NON ce l'hanno fatta fare, noi ci abbiamo provato, urleranno in campagna elettorale).
Sebbene abbia mostrato doti diplomatiche fuori dal comune, il democratico-cristiano è incappato però in un errore macroscopico: la carica di sottosegretario alle Pari Opportunità affidata a Michaela Biancofiore. L'essersi accorto in ritardo dell' errore è comunque imperdonabile.
Personalmente penso che Letta, pur essendo agli antipodi della figura di leader che riterrei necessario per questo paese, aveva comunque mostrato risolutezza e ottime capacità organizzative riuscendo in poco tempo a mettere su un governo che era divenuto inevitabile. Tuttavia, con questo errore, ha aperto spazi a numerose critiche.
In primis, con la nomina di una persona evidentemente incapace e insensibile ai problemi che sarebbe andata a trattare ha lanciato un messaggio enormemente negativo: che nella sua testa era più importante accontentare le richieste di Silvio Berlusconi nei confronti della sua prediletta piuttosto che garantire un valido appoggio a Josefa Idem, Ministro che di quelle competenze è certamente sprovvisto e che avrebbe avuto bisogno di persone esperte all'interno del dicastero. La sensazione che contino più gli equilibri spartitori che la soluzione dei problemi dei cittadini andava cancellata, e invece ritorna prepotente ed inquietante.
In secundis, nei fatti ha mostrato poco rispetto (che invece ha sempre avuto a parole) per problematiche che tante donne ritengono ancora irrisolte, e su questo avrebbe probabilmente fatto bene a consultarsi con il presidente della camera, Laura Boldrini, che forse sul tema ha le idee più chiare. A che servono tutte quelle consultazioni se non si parla dei problemi reali?
Infine, ha rafforzato la critica di coloro che lo hanno accusato di aver intrapreso un percorso di rinnovamento solo anagrafico, non contenutistico. Michaela Biancofiore (come Nunzia di Girolamo o Beatrice Lorenzin) è personaggio nuovo soltanto nella faccia, nella carta d'identità, ma legato ad una visione iper-opportunistica della politica che ne è totale e definitivo annichilimento.
A questo punto, diviene sempre più chiaro che la speranza per il paese è quella di un governo dalla durata molto limitata, meno dei 18 mesi minimi previsti, affinché finalmente, davvero si possa tornare ad elezioni alla ricerca di un governo maggioritario e senza compromessi. Un governo con idee decise, chiare, moderne nei contenuti.
Il tempo di Cencelli è finito.
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