sabato 18 maggio 2013

La favola del Re Matematico

C'era una volta un professore che sapeva fare i conti come nessuno mai nella storia del mondo e per questo era diventato re del suo paese.
Il supermatematico aveva messo in moto i suoi 47 miliardi di neuroni e aveva decretato per decreto che per salvare il suo reame bisognava far pagare tante tasse sulle capanne dei poverelli.
I Reami confinanti fecero tanti complimenti, il Re dei Celti, la Regina dei Nibelunghi, tutti a complimentarsi con il re-matematico.
Tutti però criticavano il re-matematico perché non aveva mai combattuto per guadagnarsi il suo trono, e allora, punto nell'orgoglio, il Re Matematico decise di mettere in palio la sua corona in una battaglia gladiatoria.
Essendo un matematico e non un guerriero, uscì dall'arena dissanguato e mazzolato ben bene.

Alcuni mesi dopo, i guerrieri avevano preso il potere e si trovavano a gestire i bilanci del reame, tutti insieme, e con loro, con un ruolo minore, c'era anche il re matematico. Ostaggi del più forte dei guerrieri, decisero di smettere di far pagare le tasse ai poverelli, perché non serviva a niente.
L'ex Re Matematico allora avrebbe dovuto prendere la parola e, in un moto d'orgoglio, dare qualche consiglio ai guerrieri, spiegare che i conti non potevano tornare. Invece se ne rimase zitto e muto in un angolo, accondiscendente.
A molti poverelli, ma non solo a loro, venne allora il dubbio: se anche i guerrieri possono far tornare i conti, a che minchia era servito un re matematico?

Nessun commento:

Posta un commento