sabato 20 aprile 2013

Bandiera Bianca

Siamo arrivati al redde rationem. La politica alza bandiera bianca e chiede ad un presidente 88enne di continuare per altri 7 anni mettendo ordine ad una guerra tra bande ormai insanabile.
Si tratta di un errore catastrofico che i giovani di ogni schieramento dovrebbero combattere con decisione, perché il messaggio che passa è quello che non ci siano alternative alla status quo.

In molti si chiedono perché non ci sia stata convergenza su Rodotà, ed il motivo è presto detto.
Nei sondaggi il M5S sta perdendo terreno in quanto l'elettorato si è reso conto di quanta improvvisazione e incapacità ci sia in quel movimento. Molti imputano loro immobilismo, incapacità di produrre alcunché di utile per il paese. Se adesso, alla prima partita importante da quando si è insediato il Parlamento, il Presidente della Repubblica nascesse da un'iniziativa grillina, questa critica nei confronti dei 5 stelle decadrebbe mettendo il pd e il pdl in una situazione di difficoltà in ottica elettorale.
E pensare che nelle "Quirinarie" non c'è nulla di grillino, sono tutti nomi già usciti nei vari sondaggi giornalistici precedenti. Nessuna idea, nessuna proposta, nessun proprio nome. Eppure, passerà l'idea che con Rodotà avrebbero vinto loro.
Un altro motivo per cui Rodotà incontra difficoltà nell'essere un candidato con ampia maggioranza è che si tratta di uomo di sinistra, e potrebbe essere impallinato dai franchi tiratori ex popolari, cattolici del PD, bruciando anche questo nome.
L'ultimo, decisivo motivo infine è dovuto al bieco battage pubblicitario, becero e ingenuo, che viene fatto sul suo nome dal M5S, arrivato addirittura a fare manifestazioni fuori dal parlamento. Questa non è politica, è tifo da stadio: e noi abbiamo eletto parlamentari, non capi ultrà. Con questo atteggiamento viene allontanata qualsiasi possibilità di appoggio da parte di un partito, il PD, che sarebbe in realtà il partito cui Rodotà apparterrebbe politicamente.
Purtroppo gli interessi di parte, sommati allo spirito di vendetta e rivalsa di una classe politica ormai al tramonto può ancora avere influenza decisiva sullo svolgersi delle operazioni, e di questo non si può incolpare nessun altro se non coloro che, a partire dalle Primarie, hanno SBAGLIATO le proprie scelte.

L'elezione di Napolitano ha in sé tutte le risposte alla situazione di stallo: un presidente largamente condiviso; un programma, quello prodotto dai saggi, cui attenersi per un futuro governo tecnico politico; probabilmente anche dei nomi pronti per quel governo.

Manca il coraggio; sono mancate le idee. Per questo ci si affida a Napolitano. Sarà una sconfitta per tutti, ma soprattutto per chi ha voglia di cambiare davvero.

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