Oggi pomeriggio il numero fatidico era 504. Romano Prodi era il nuovo candidato del centrosinistra e poteva contare su 496 voti potenziali (PD+SEL+Senatori a vita+gruppo Italiani all'estero).
Si è ritrovato stasera con oltre 100 voti in meno.
Si è passati da una scelta (Marini) totalmente supina rispetto alle richieste di garanzia del PDL a una scelta totalmente invisa al PDL stesso.
Si è ritrovato stasera con oltre 100 voti in meno.
Si è passati da una scelta (Marini) totalmente supina rispetto alle richieste di garanzia del PDL a una scelta totalmente invisa al PDL stesso.
Al di là delle valutazioni di metodo e di merito, emerge veramente preoccupante lo stato confusionale in cui versa la direzione del PD, passata in 12 ore da una posizione alla posizione diametralmente opposta. Avvilente.
A parte le soluzioni fantasiose, quelle nascoste, quelle futuribili, al momento, basandosi sulla mera conta delle preferenze espresse, le candidature forti sono soltanto 2: Stefano Rodotà e Annamaria Cancellieri.
L'ex ministro tecnico degli interni raccoglierebbe le preferenze di Scelta Civica e sicuramente di buona parte del PDL, ed essendo un ministro tecnico potrebbe essere ritenuta figura di garanzia, super-partes. Il suo profilo professionale di commissario prefettizio sarebbe comunque una sconfitta per tutta la sinistra, politicamente.
Stefano Rodotà, che personalmente ho ritenuto essere il candidato ideale ben prima delle quirinarie grilline, ha dalla sua un profilo politico ma anche istituzionale condivisibile da tutto il centro-sinistra, eccezion fatta per la componente ex democristiana del PD.
Si pone inoltre un problema di orgoglio: il PD, 1° partito in quanto a grandi elettori, dovrebbe accettare il candidato di bandiera del 3° partito, e questo al momento risulta inaccettabile.
La soluzione sarebbe comunque dietro l'angolo: molti dimenticano che Rodotà è l' ex Presidente dei DS, quindi è certamente riconducibile all'area del PD. Se Rodotà stesso dichiarasse apertamente questa sua appartenenza, diverrebbe automaticamente candidato e candidabile dal PD, e in tal caso potrebbero venir meno certe punte d'orgoglio da parte di Bersani & soci.
A parte le soluzioni fantasiose, quelle nascoste, quelle futuribili, al momento, basandosi sulla mera conta delle preferenze espresse, le candidature forti sono soltanto 2: Stefano Rodotà e Annamaria Cancellieri.
L'ex ministro tecnico degli interni raccoglierebbe le preferenze di Scelta Civica e sicuramente di buona parte del PDL, ed essendo un ministro tecnico potrebbe essere ritenuta figura di garanzia, super-partes. Il suo profilo professionale di commissario prefettizio sarebbe comunque una sconfitta per tutta la sinistra, politicamente.
Stefano Rodotà, che personalmente ho ritenuto essere il candidato ideale ben prima delle quirinarie grilline, ha dalla sua un profilo politico ma anche istituzionale condivisibile da tutto il centro-sinistra, eccezion fatta per la componente ex democristiana del PD.
Si pone inoltre un problema di orgoglio: il PD, 1° partito in quanto a grandi elettori, dovrebbe accettare il candidato di bandiera del 3° partito, e questo al momento risulta inaccettabile.
La soluzione sarebbe comunque dietro l'angolo: molti dimenticano che Rodotà è l' ex Presidente dei DS, quindi è certamente riconducibile all'area del PD. Se Rodotà stesso dichiarasse apertamente questa sua appartenenza, diverrebbe automaticamente candidato e candidabile dal PD, e in tal caso potrebbero venir meno certe punte d'orgoglio da parte di Bersani & soci.
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