La corsa alla Presidenza della Repubblica si svolge su un sentiero estremamente impervio. Si tratta di una corsa tutta in salita, ardua, faticosa, nella quale non c'è alcuna discesa prima dell'ultima votazione, quella decisiva.
In un momento in cui tutto il paese richiede forti cambiamenti, verrebbe naturale immaginare un personaggio nuovo, possibilmente donna al Quirinale. Il "nuovo" però non è mai un valore in sé, è un valore se e solo se accompagnato da altri fattori, quali la competenza, la lungimiranza, l'onestà.
In una posizione di garanzia e di mediazione come quella del Colle, occorre forse fare un passo indietro rispetto alla voglia legittima e sacrosanta di sovvertire completamente tutto l'asset istituzionale. Gli sconvolgimenti degli equilibri parlamentari, la richiesta di stravolgimento generazionale delle direzioni dei principali partiti, l'imporsi di forze nuove, fanno sì che le incertezze saranno molte nei prossimi mesi/anni. Per questo sarebbe preferibile avere alla Presidenza della Repubblica una figura di esperienza, in grado di maneggiare minuziosamente i regolamenti istituzionali, una persona di fiuto e di mediazione, in grado di placare possibili derive.
Tra le figure emerse in questi giorni, e uscite anche dalle "Quirinarie" tenutesi sul portale del M5S, ce ne sono alcune che hanno queste capacità. In particolare, penso a Stefano Rodotà, uomo di grande cultura, di garanzia, avvezzo a ruoli istituzionali ma anche allo studio dei delicati e complicati passaggi normativi che la nostra costituzione prevede. E purtuttavia, si tratta di un uomo non riconducibile alle vecchie logiche spartitorie cui abbiamo assistito in questi anni.
Certamente la figura di Emma Bonino sarebbe stata, in altri momenti, figura di maggiore rottura, persona capace, determinata, in grado probabilmente di incidere di più e meglio su una realtà nazionale ed internazionale bisognosa di interventi drastici da parte di persone di buona volontà come lei.
La presidenza della Repubblica però è un'istituzione con poca libertà d'azione, nella quale un'attivista storica dei diritti umani coma la Bonino vedrebbe inutilmente limitata la propria predisposizione alla soluzione di problemi di importanza planetaria (penso alle campagne contro l'infibulazione, alla pena di morte, ecc.).
Per quanto concerne gli altri nomi in gioco, da Prodi a Marini a Finocchiaro, fanno tutti parte di strette logiche partitocratiche che rappresenterebbero un'ulteriore lacerazione con il paese.
Rimangono poi i nomi più fantasiosi, tipo Gino Strada, Gabanelli, Caselli, (tutte persone stimabilissime); bè, queste sono boutade dei professionisti dell'improvvisazione, e di improvvisazione, in questo paese, ce n'è sin troppa.
Tra le figure emerse in questi giorni, e uscite anche dalle "Quirinarie" tenutesi sul portale del M5S, ce ne sono alcune che hanno queste capacità. In particolare, penso a Stefano Rodotà, uomo di grande cultura, di garanzia, avvezzo a ruoli istituzionali ma anche allo studio dei delicati e complicati passaggi normativi che la nostra costituzione prevede. E purtuttavia, si tratta di un uomo non riconducibile alle vecchie logiche spartitorie cui abbiamo assistito in questi anni.
Certamente la figura di Emma Bonino sarebbe stata, in altri momenti, figura di maggiore rottura, persona capace, determinata, in grado probabilmente di incidere di più e meglio su una realtà nazionale ed internazionale bisognosa di interventi drastici da parte di persone di buona volontà come lei.
La presidenza della Repubblica però è un'istituzione con poca libertà d'azione, nella quale un'attivista storica dei diritti umani coma la Bonino vedrebbe inutilmente limitata la propria predisposizione alla soluzione di problemi di importanza planetaria (penso alle campagne contro l'infibulazione, alla pena di morte, ecc.).
Per quanto concerne gli altri nomi in gioco, da Prodi a Marini a Finocchiaro, fanno tutti parte di strette logiche partitocratiche che rappresenterebbero un'ulteriore lacerazione con il paese.
Rimangono poi i nomi più fantasiosi, tipo Gino Strada, Gabanelli, Caselli, (tutte persone stimabilissime); bè, queste sono boutade dei professionisti dell'improvvisazione, e di improvvisazione, in questo paese, ce n'è sin troppa.
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