giovedì 18 aprile 2013

La DC ai tempi dei social network.

Ieri sera è successa una cosa bellissima, epocale. É successo che la dirigenza del principale partito italiano ha trovato un accordo conservativo con i propri avversari storici per la candidatura di un uomo della partitocrazia, un uomo lontano dalla realtà, grigio, perdente. Un democristiano.
Poi, è successo che i giovani di quel partito e del partito alleato hanno iniziato a liberare la propria coscienza sui social network (twitter in primis), ed è montata una marea rivoluzionaria che minuto dopo minuto ha demolito quella candidatura.
La D.C. è morta e una nuova generazione di deputati, smartphone alla mano, ha dovuto ricordarlo al paese e alla direzione del proprio partito. Serracchiani, Civati, Renzi, Orfini, e tanti altri hanno da subito espresso la loro opinione negativa sui social network, e questo pian piano ha convinto anche altri giovani deputati o grandi elettori a prendere coraggio ed esprimere la propria opinione. Tweet dopo tweet si sono aggiunti, consci di non essere isolati, anche altri esponenti del PD, di SEL (tanto che infine Vendola ha indicato la linea contraria di tutto il partito), di Scelta Civica (Edoardo Nesi per primo).
Ieri sera Bersani è riuscito in un capolavoro: mostrare a tutti che c'è nel PD e in parlamento una nuova classe dirigente in grado di raccogliere la sua imbarazzante (e imbarazzata) eredità. Bersani, contrariamente a chi dice che è riuscito nell'impresa di spaccare il PD, ne ha gettato le fondamenta per il futuro. Ha introdotto, ha legittimato, ha traghettato in transatlantico una volontà sincera di rinnovamento, senza avere il physique du rôle per realizzarla. Anche lui, come l'uomo che aveva candidato alla Presidenza della repubblica, difetta di 2 fattori:
1) la percezione della contemporaneità, delle istanze, delle novità che la società del 2013 presenta: non ha capito internet, non ha capito i social network, non ha capito quanto sia pressante la richiesta di partecipazione diretta dei cittadini.
2) l'eccellenza: un presidente della repubblica, come un premier, devono svettare in competenza, autorità, lungimiranza e comunicatività: Bersani, semplicemente, non eccelle in niente.

Per una volta, possiamo sperare: il futuro che si prospetta è senza dubbio migliore del presente che stiamo vivendo. La possibilità di dar forza a questa speranza è anche nelle mani di chi ha passione per la politica. Oggi abbiamo gli strumenti per influire su certe scelte, come questa lunga nottata di tweets dimostra.

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