sabato 6 aprile 2013

Partecipazione, condivisione.

Si fa presto a dire partecipazione. Si fa presto a condividere in streaming qualche noiosissima quanto insignificante riunione dagli esiti più che scontati.
Si circuisce la curiosità un po' morbosa, un po' warholiana degli italiani dando in pasto agli esacerbati contestatori della "casta" (praticamente il 99% degli italiani) questa idea rivoluzionaria per la quale tutti possono essere protagonisti della vita pubblica. Poi, in maniera altrettanto rivoluzionaria (cortesemente considerate un paio di tir pieni di ironia quando uso questo termine) si dimostra che adesso si squarceranno tutti i veli che coprivano i peggiori scambi di favori tra manigoldi mostrando in diretta tutti i momenti basilari dell'attività politica del paese: a cominciare dal momento più sacro, quello delle consultazioni.
Uno allora si collega, e cosa vede? Un buon uomo che ripete ciò che ha detto ogni giorno in TV (sì, anche a Ballarò), un ometto timido che non ha il coraggio neppure di guardare negli occhi il suo interlocutore e un'arrivista sfrenata quanto arrogante che usa, a favore di telecamera come fosse a "L' Arena" di Giletti, i più sguaiati argomenti usati dai pensionati al Bar Sport.
La farsa della politica partecipata dai cittadini, della democrazia diretta si alimenta poi di un altro dato interessante: mentre il PD manda in diretta le proprie direzioni, con contrapposizioni di posizioni notoriamente anche molto distanti l'una dall'altra, il M5S prende le decisioni principali avvolgendosi nel più totale mistero. Fuggono verso Fiumicino in Pullman per andare a sentirsi dire che se prendono decisioni diverse da quelle pretese dal leader il leader stesso "non gioca più", si ritira.
Questo è il cambiamento? è questa la rivoluzione? (sic!)
No, non possiamo accettare che passino altri giorni così: un'industria allo sfascio, un'economia in sofferenza, l'affievolirsi progressivo di ogni speranza per tanti disoccupati, e coloro che dovrebbero portare soluzioni innovative e lungimiranti barricati dietro una coerenza nullificante, insignificante, del tutto priva di contenuti.
Non un nome utile per una carica istituzionale; nessuna soluzione per la formazione di un governo, seppur temporaneo; nessuna indicazioni per un possibile presidente della Repubblica, per il quale si chiede aiuto (questa è la verità) alla rete vista la mancanza totale di idee.
Inutile girarci intorno: la Politica è affare serio, non si improvvisa. La politica improvvisata è politica fatta male.
Mascherare con gli streaming e con il web l'assenza di idee è un raggiro tanto grave quanto quello propinatoci finora delle classi dirigenti che si vorrebbero abbattere.

Senza le idee, e senza uomini validi con delle idee, o c'è l'opportunismo (che sappiamo dove alloggia), o c'è il Nulla.

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