mercoledì 5 dicembre 2012

Di tattica si muore...

...ma di strategia si vive.
La politica è prima di ogni altra cosa diplomazia, e ogni buona diplomazia ha alla sua base una strategia di fondo, un obiettivo a lungo termine da raggiungere.
Le ultime notizie danno il seguente quadro della situazione politica: 
  • A sinistra il PD ha giocato, bene, la sua partita durante le primarie e si attesta intorno ad un 32-33% del consenso, con una certa solidità e credibilità;
  • al centro l'UDC e FLI hanno giocato, male, la loro partita delegandosi a Montezemolo e a Monti, due presenze-non presenze poco apprezzate al momento dall'elettore medio, e si attesta sul 10% con outlook negativo;
  • a destra non è stata giocata alcuna partita (le primarie prima indette e poi non realizzate sono il più grande spot elettorale per la sinistra): il più grande disastro politico a cui abbiamo assistito dal dopoguerra. Berlusconi minaccia di ridiscendere in campo ed ecco che subito qualcuno abbocca all'amo (Bersani): parlarne, confrontarcisi è di per sé sinonimo di errore, perché il Cavaliere, più che una persona, è considerato un "argomento" superato.
  • Fuori dagli schemi Grillo e il M5S tentano la carta della partecipazione allargata dal basso, una sorta di "La Corrida" di Corradiana memoria applicata alla politica. Il web può essere soluzione di molti problemi  in un paese burocraticamente arcaico come l'Italia, ma non di quello della rappresentanza.
Veniamo alle possibili strategie per avere un governo stabile.
L'unica forza politica che possa puntare alla maggioranza è il PD.
L'abbraccio con un centro composto da istanze vetero-cattoliche al limite del clericalismo (UDC), con un movimento come Italia civica incarnato da un Montezemolo che annovera ormai decine di scranni nei C.D.A. più disparati (e quindi considerato già "vecchio" dall'opinione pubblica) sarebbe deleterio all'immagine di rinnovamento all'interno delle istituzioni che il partito vuole darsi.
Dato che i posizionamenti tattici sulla legge elettorale non hanno prodotto che figuracce, l'unica strategia da adottare ad oggi è quella della selezione partecipata dei parlamentari.
Una competizione seria, territoriale, che annoveri candidati credibili, preparati (e non dilettanti) che attraverso un sistema il più possibile aperto permetta alla gente di esercitare il controllo e la responsabilità della selezione dei parlamentari permetterebbe al PD di guadagnare voti e credibilità nei confronti del M5S, il vero avversario del PD sul fronte più importante: quello del rinnovamento.
La Vocazione Maggioritaria del PD ha dunque ad oggi possibilità e strategie concrete:
- erosione di voti al centro con un'offerta di solidità, credibilità e moderazione;
- erosione di voti nell'elettorato "giustizialista" con una proposta di candidati di specchiata liceità e moralità pubblicamente riconosciuta;
- erosione di voti al M5S con "parlamentarie" serie, non confinate al web e che creino partecipazione appassionata come accaduto alle primarie;
- erosione di voti alla Lega con candidature di forte impatto locale e localistico, che prefigurino una possibile riforma costituzionale della rappresentanza parlamentare al senato da trasformare in "camera delle Regioni".
- preparazioni nel medio-lungo termine del ricambio generazionale e della guida del paese, una sorta di ticket Bersani-Renzi proiettato nell'arco di due legislature.

Di tattica si muore, di strategie si vive.


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