Tra Quarto Polo e Quarto Potere il passo è breve, meno breve è il percorso che a partire da Mani Pulite e il suo braccio armato, Antonio Di Pietro, ha portato la magistratura più militante ad avvicinarsi sempre di più alla politica.
Dopo Di Pietro e De Magistris, ecco dunque Ingroia e la sua Rivoluzione Civile.
La richiesta di etica, di giustizia, di pulizia è certamente crescente nel nostro paese, e dunque la presenza di istanze moralizzatrici in parlamento non può che giovare ad un paese che ha nel mancato rispetto della regole la più grande piaga socio-economica.
Tuttavia, a chi giova la costituzione di una formazione indipendente che si ponga come unico obiettivo quello della riscossa civile?
Un ennesima piccola formazione che vada ad erodere voti al centrosinistra e in parte al M5S, capace di raggiungere al massimo il 5-6%, può davvero ottenere dei risultati degni di nota?
Qualsiasi risultato sarà poi sempre e comunque annacquato dal rafforzamento del pregiudizio verso una magistratura non super-partes che da tempo vige in questo paese. Probabilmente saranno maggiori i danni che i vantaggi che questa scelta porterà alla magistratura, con rischi che sappiamo essere molto alti per chi questo mestiere lo fa con dedizione.
Più condivisibile è stata invece la scelta del Procuratore Grasso: il suo è un impegno contestualizzato in un progetto più ampio, quello del partito democratico, volto al governo del paese. Un suo possibile impiego come Ministro della Giustizia può, questo sì, avere effetti importanti, che possono riflettersi in riforme necessarie all'attuale, deprimente qualità dell' amministrazione giudiziaria italiana.
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