Vero: la discussione sulle regole delle Primarie del centrosinistra ha stancato.
Ci sono però alcuni aspetti che sono di vitale importanza anche in relazione alle prossime elezioni politiche, e su questi aspetti dovremmo riflettere.
La richiesta di giustificazione, e l'eccessiva ristrettezza dell'accesso al voto, finiranno per allontanare una interessante fetta di elettorato incerto dal centrosinistra.Un elettorato timidamente disponibile a spostarsi da destra a sinistra, quello delle casalinghe, delle mamme, dei agenti di commercio (gli elettori non sono tutti intellettuali militanti!) si è sentito respinto, giudicato, rifiutato. Ha sentito come, ancora una volta, ci siano organizzazioni politiche che mettono davanti se stesse e la propria sopravvivenza rispetto alle voglia di cambiare davvero (circostanza possibile solo con i voti e le maggioranze durature).
Per questo ritengo che chi ha stilato le regole e le linee guida di queste primarie, ovvero l'establishment del PD, si sia assunto la responsabilità di NON poter formare un governo: ritengo che sia stato dilapidato con questa scelta tra il 5 e il 10% di un potenziale elettorato ancora indeciso, che molto probabilmente andrà a vantaggio del M5S.
In sostanza, con una maggiore apertura, una più palese volontà di accogliere il gradimento di un elettorato non tradizionalmente di centrosinistra si potevano tranquillamente recuperare in toto i voti dell' UDC (che pesa attualmente intorno al 4%), evitando così qualsiasi alleanza nefasta con quel partito.
Bersani, dunque, ha scelto di vincere le primarie e NON vincere le elezioni, perché vincere le elezioni con il 35%-40% dei voti è del tutto inutile.
VINCERE, e PERDEREMO!
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