Presentando pubblicamente l'organizzazione che l' "Agenda Monti per l'Italia" si è data per le prossime elezioni, Monti ha dichiarato che vi sarà una lista unica al senato mentre alla camera vi saranno liste separate. Riguardo a quest'ultima scelta, contraddittoria rispetto alla vocazione maggioritaria precedentemente segnalata, il presidente del consiglio ha dichiarato: "ho pensato che, proprio rifiutando il personalismo nella politica e rispettando le diverse entità, le diverse storie, fosse più opportuno e significativo" avere più liste.
Garantire ai singoli partitini che lo appoggiano libertà di movimento è in realtà una questione tattica, la necessità di sfruttare al meglio i cavilli del "Porcellum". A Monti delle identità storico-politiche delle componenti che lo appoggiano non importa niente, anche perché queste identità sono alquanto discutibili.
- Italia Futura, poi divenuta "Verso la 3° Repubblica", è una componente nuova senza nè storia nè programma se non quello di affidarsi ciecamente a Monti;
- FLI, e il suo quasi-unico rappresentante (Fini) ha una storia totalmente altra da quella che per convenienza ha deciso di darsi adesso;
- l'UDC ha una storia che si compone principalmente di spostamenti tattici a rimorchio del potente di turno.
Sono queste le " diverse entità, le diverse storie" verso cui Monti ha così alta sensibilità?
Quanto alla selezione dei candidati, sarà affidata ad Enrico Bondi, l' uomo della spending review.
Da apprezzare la volontà di pulizia e di evitare pericolosi conflitti d'interesse, ma ancora una volta notiamo un'assenza pesante come un macigno, trattandosi di politica: su che basi Bondi può selezionare le IDEE dei candidati, la loro predisposizione verso particolari diritti, la passione civile, la dedizione ad una particolare causa?
Ancora una volta assistiamo ad una tecnicizzazione esasperata dell'esperienza politica che ne è, a dirla tutta, la negazione.
C'era una volta la Democrazia.
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